Chiunque legga anche saltuariamente questo blog ha bene idea cosa ne pensi io delle tasse. Potrei citare Padoa Schioppa: le tasse sono una cosa meravigliosa. Sono un modo di redistribuire il reddito e di consentire a chi non potrebbe altrimenti di accedere alla sanità, all’istruzione, avere la protezione della polizia, strade pulite e asfaltate e così via. E’ pur vero che le tasse, per essere davvero meravigliose, devono essere anche giuste. Giuste significa che uno può avere uno stato che tassa pochissimo e offre pochissimo, o uno stato che offre moltissimo e chiede moltissimo. Questa è la differenza fra una nazione di ispirazione liberista e una di ispirazione socialdemocratica. Il problema dell’Italia è che è una nazione con delle tasse astronomiche a fronte di un servizio pubblico (esclusa la Sanità, che oggettivamente è un servizio ottimo e gratuito in gran parte) davvero scadente.
Io sono un uomo fortunato, ho un buon lavoro, non mi manca del necessario e ho anche un bel po’ di superfluo. Per cui per carità, ogni tanto vorrei cambiare il PC, comprarmi una moto nuova, qualche “vetro” per la macchina fotografica però come dico, sono tutte cose superflue, senza le quali si vive benissimo lo stesso.
Faccio questa premessa perché non vorrei, fra chi non mi conosce e passasse di qui per caso, che io venissi scambiato per uno dei soliti che si lagnano dello Stato ladro e delle tasse, inneggiando all’evasione o ammiccando con chi elude.
Debbo però dire che riscontro sulla mia pelle come il livello di tassazione così esagerato abbia influenzato la vita delle persone in modo decisivo e prodotto effetti concretamente dannosi sull’economia. Io ho un piccolo appartamento che avevo fin da prima di conoscere quella che sarebbe diventata mia moglie e nel quale con lei e con i bimbi abbiamo vissuto qualche anno. Dopo aver cambiato casa ho provato ad affittarlo e in pochissimo tempo sono stato subissato di richieste, ho fatto decine e decine di visite, ricevuto decine e decine di telefonate. Dato che la prima esperienza di affitto è durata poco e si è rivelata un disastro (inquilini morosi, che mi hanno fatto danni ingenti all’appartamento) con mia moglie abbiamo pensato di venderlo, pur sapendo che il mercato immobiliare è molto basso e quindi accettando il rischio di rimetterci qualcosa. Ebbene, in un mese di annunci, nello stesso tempo in cui la casa in affitto mi aveva reso il telefono incandescente e l’agenda fittissima, non ho ricevuto nemmeno una telefonata, nemmeno una visita, nemmeno una richiesta di un privato cittadino, solo un paio di agenti immobiliari in visita pastorale. Al punto che poi ho deciso di rimetterlo in affitto.
Il motivo? E’ semplice. Ormai avere una seconda casa in affitto, col rischio di morosità e con le tasse mortali che ci sono da pagare, è un rischio più che un reddito, avere un immobile come bene rifugio è un suicidio, mentre per anni era stato una stampella ai redditi dei più fortunati con il cui gettito potevano permettersi, appunto, quel po’ di superfluo che alimenta i consumi e la produzione. Così il riflesso di questa cosa è che c’e’ una bulimia assoluta di case in vendita, di gente che si sbarazza di case che sono solo fonte di spese e rogne, mentre nessuno affitta più, cosicché basta mettere un annuncio per essere presi d’assalto. Uno degli agenti che è venuto a vedere casa ha usato una metafora che spiega bene. C’e’ uno stagno, ci sono pochi pesci (gente che compra case) e una miriade di canne. La possibilità di pescare qualcosa è nulla. Invece nel caso dell’affitto, c’e’ uno stagno strapieno di pesci e pochissime canne.
Ora, ripeto, non è una lamentela personale, io ho più di quel che mi serve per stare bene, ai miei figli non manca del necessario e hanno più che troppo del superfluo. Per altro l’affitto mi serve principalmente per coprire la rata del mutuo che ancora pago sulla vecchia casa, quindi al più mi copre in parte una spesa, non mi serve per arrotondare il reddito (è ovvio che una spesa in meno è come se fosse un reddito in più, ma è per dire che non sarebbe un mini stipendio in aggiunta al mio, per lo meno per i prossimi anni).
Mio padre giustamente sottolinea il fatto che gli immobili non si possono portare all’estero, non fuggono, e quindi vengono tartassati. Però il risultato è che ad esempio una delle agenzie che mi ha contattato aveva 9 agenti che lavoravano e ora ne hanno 3. Un’altra che mi aveva portato degli aspiranti inquilini la prima volta, nel frattempo ha chiuso. Persone che, come me, magari si comprerebbero una moto nuova o un obbiettivo per la macchina fotografica, non lo fanno, e nel frattempo Saturn chiude i battenti.
Non ci sono molti dubbi sul fatto che per dare un po’ di ossigeno all’economia una delle misure più urgenti sia ridurre un po’ la pressione fiscale. Ripeto, io sono d’accordo con l’idea che chi come me ha la fortuna di avere tutto il necessario possa rinunciare ad un po’ di superfluo per avvantaggiare chi invece il necessario non lo ha. Ma tutto questo è ragionevole nella misura in cui non azzoppa l’economia, perché Saturn che chiude, agenzie immobiliari che ridimensionano, implica famiglie senza redditto, che accedono al welfare, che richiede ancora più gettito fiscale e così via. Bisognerà fare dei tagli dolorosi di spesa pubblica (magari anche alcuni meno dolorosi, visto che ci sono ancora grandi margini di spreco) ma è tassativo far circolare di nuovo un po’ di denaro nell’economia, altrimenti la spirale non si arresterà.