La mosssa di B. può stupire solo chi ancora non riesce a leggere nelle sue tattiche lo scopo che tentano di traguardare. B. è sempre stato una macchina da consenso e da campagna elettorale, un fuoriclasse assoluto.
Il PDL è in picchiata da mesi, da un lato i suoi sostenitori tiepidi sono delusi dai risultati dell’esperienza di governo, dall’altra quelli più accesi sono delusi dal sostegno a Monti.
Il sostegno al governo attuale avrebbe esulcerato ulteriormente i secondi senza portare alcun motivo di rinnovata adesioni ai primi. La decisione di B. di candidarsi in prima persona è forse figlia della vittoria di Bersani, con Renzi in prima fila, non potendo competere con i soliti argomenti con uno nuovo di zecca e di 40 anni più giovane, avrebbe forse mandato avanti un avatar, magari diverso da quell’Angelino Alfano che qualche timido tentativo di rendersi indipendente lo ha esperito. Non a caso B. ha ucciso il bimbo nella culla, boicottando le primarie, un leader scelto da una larga investitura popolare avrebbe potuto a buona ragione tenergli testa, mentre a lui il partito serve, ed è sempre servito, a coltivare il proprio orticello ed i propri interessi privatissimi.
L’altro segnale che faceva propendere per questa scelta era stata la negazione dell’election day. In queste condizioni il PDL avrebbe quasi certamente perso le elezioni regionali, con il rischio di veder passare di mano una regione cruciale come la Lombardia, che sarebbe stato uno smacco ferale. Ricorderete l’effetto devastante che ebbe l’elezione di Pisapia sul centrodestra, ci fu una notte dei lunghi coltelli che probabilmente dura ancora adesso e che ha segnato l’inizio di questa deflagrazione disastrosa.
Quindi B. sa bene che una campagna elettorale di rimonta, tentando un’altra scalata simile a quella del 2006, avendo nel mezzo una sconfitta cocente, sarebbe stata vanificata. Ora io, per quanto disistimi i miei connazionali, che per 20 anni mi hanno fatto subire questa sciagura col loro voto, confido nel fatto che la parabola discendente di B. in politica abbia preso una china irreversibile. Detto questo credo che lui punti a riavere un 20-25% di area politica sotto controllo e presente nelle istituzioni, con cui presidiare le trincee (Mediaset e altri asset personalI) e fare le solite battaglie ai magistrati.
Inoltre credo che Bersani, per quanto sia una persona mite e che abbia dimostrato un po’ di incertezze nei confronti diretti con il più fresco e brillante Renzi, possa tirare fuori un po’ di artigli nei certo meno distesi confronti con B., il quale nei confronti diretti televisivi ha quasi sempre perso, salvo che proprio con Prodi in quella cruciale campagna elettorale. B. è uno abituati ai soliloqui, a giornalisti comodi che annuiscono e che fanno lunghi percorsi tortuosi per evitare domande spinose. Il contraddittorio è escluso.
Anche li io penso che se Bersani si preparerà allo scontro televisivo (magari si faccia consigliare da chi ha preparato Renzi) potrà assestare il colpo di grazia.
Di solito in queste campagne elettorali chi governa è svantaggiato rispetto a chi sta all’opposizione e chi è nuovo è avvantaggiato rispetto a chi è vecchio. Chi sta in mare naviga, chi sta a terra giudica. Questa volta è tutto un po’ strano e certo Berlusconi dovrà rendere conto dei tanti danni che ha fatto.
Inoltre ho l’impressione che i suoi abituali corifei, quelli che avrebbero negato che il mare è pieno di pesci pur di non contraddire il padrone, perchè scommettevano tutto sul capo, questa volta magari saranno meno agguerriti, subodorando che è il momento per loro di penare anche al dopo.