Nel breve periodo sì, ma nel lungo periodo sono tutte destinate al fallimento: una ricercatrice esperta di abitudini alimentari ne ha spiegato le ragioni al Washington Post
In questo lungo e interessante articolo una ricercatrice americana ha studiato una grande quantità di soggetti che si sono sottoposti ad una dieta negli ultimi 20 anni giungendo alla conclusione che sia di per se inutile, per tutta una serie di questioni molto ben argomentate e che non sto a riassumere (dato che già l’intervista è la sintesi di un suo molto più corposo lavoro).
Io vorrei però dare una visione basata sull’esperienza personale. Io per esempio non credo (e non adotto) le diete che prevedono l’eliminazione tout court di un certo alimento o di un certo tipo di alimenti. No carboidrati, no glutine, no grassi, no zuccheri. Secondo me la dieta deve essere un regime alimentare che più o meno ricalca quello che siamo abituati ad avere normalmente nella vita, facendo un po’ di attenzione alle calorie che attribuisce, cercando di ridurne la quantità al di sotto del valore che ragionevolmente consumiamo durante la giornata, in modo da ridurre il peso. L’altra strategia da mettere in campo in parallelo è quella di aumentare la quantità di moto che facciamo, tanto più noi impiegati che facciamo un lavoro e una vita sedentaria. Fare le scale, andare al lavoro in bici o a piedi, se abbiamo la possibilità usare le “standing desks” che in qualche ufficio moderno iniziano a comparire. Se ci riusciamo andare in palestra, al calcetto, in piscina, a pattinare o a correre.
La cosa che sconsiglio poi è l’approccio drastico. Iniziare cioè con un regime alimentare super controllato e da balene spiaggiate sul divano ad aspiranti maratoneti in poche settimane. Bisogna iniziare poco a poco, in modo da abituare l’organismo ai cambiamenti. Fare sport fa sentire più fame, quindi iniziare con lo sport e simultaneamente con gravose privazioni alimentari è una coppia potenzialmente esplosiva.
Per chi ha bisogno di essere gratificato da dei risultati immediati, che però siano anche duraturi, il sistema migliore che ho trovato è il digiuno. Introdurre un giorno di digiuno alla settimana, come quelli rituali delle varie religioni, che anche in questo caso va modellato sullo stile di vita, quindi se lo si fa in un giorno di normale lavoro magari si può convertire in un giorno di “quasi” digiuno, da 4-500 calorie. Se vi viene in mente l’obiezione che poi il giorno dopo mangiate come pescecani: incredibilmente la risposta è no. Passata la notte il giorno dopo ricomincia come un normalissimo giorno qualunque.
Quindi, in sintesi, introducete pian piano nella vostra vita l’attività fisica. Cercate di fare in modo che non ci siano troppe cose caloriche nella vostra alimentazione (quindi grassi, alcool, dolci). Decidete magari un giorno alla settimana in cui è concesso lo strappo alla regola (per esempio per me è la domenica in cui mi concedo il vino). Io ad esempio cerco di essere molto rigoroso a pranzo (mangio in mensa, sempre insalata o riso bianco o carne ai ferri, bianca o rossa) e più elastico a cena. Tutti i giorni in pausa pranzo mi alleno 45 minuti. Tre anni fa pesavo 96 kg, da circa due anni ne peso fra 79 e 81 a seconda della stagione.
La dieta è inutile se è una parentesi della vita, perché come tutte le parentesi si chiude. Quello che serve per restare in forma è un cambio di stile di vita, non particolarmente drastico ne particolarmente repentino.
Ovviamente riferendomi a persone con un po’ di normale sovrappeso. Chi è molto grasso o addirittura obeso è meglio che si faccia seguire da dei professionisti.
Ultima cosa, se siete fra quelli che hanno improvvisi attacchi di fame, cercate di avere sempre a portata un frutto. E bevete moltissima acqua, in ogni caso.