Il mio periodo di vacanza è trascorso in un bellissimo paesino della Valle D’Aosta, in un alberghetto accogliente e a conduzione familiare dove non ci sono ne televisione ne radio (ne tantomeno connettività o pc). L’unico mio contatto con la realtà, come ai bei vecchi tempi, sono stati i quotidiani comprati la mattina, con le notizie vecchie di 24 ore standard. Un’esperienza che consiglio.
Una delle cose che mi ha lasciato più sconvolto è stato il dibattito sulla “moschea a ground zero”: notizia sparata a nove colonne: “Vogliono costruire una moschea a Ground Zero” e poi nei vari catenacci e occhielli un’anticipazione di dibattito fra la sinistra liberal e la destra conservative americana a visioni diametralmente opposte della questione. Leggendo il titolo, lo confesso, mi sono tremate le vene dei polsi, già mi immaginavo due altissimi minareti svettare dove una volta c’erano le Twin Towers e, francamente, lo avrei trovato piuttosto inopportuno, se bene formalmente ineccepibile.
Poi invece leggendo scopro che: non vogliono costruire una mazza. Si tratta di locali già esistenti da ristrutturare (per altro dei fondi). Non si parla di Ground Zero ma di un buon paio di isolati di distanza. E, dulcis in fundo, non verrà fatta alcuna moschea, ma un centro di cultura islamica (per altro come propagine di una moschea che già esiste a poca distanza).
Ora dico: ma c’e’ da fare una notizia ed una polemicona internazionale su una boiata simile? E poi: volete fare i liberali, liberisti, libero mercato, libertà di culto e cazzi assortiti? E allora dove sta il problema? Dei privati cittadini si sono comprati legalmente e con denaro sano un locale in disuso, lo ristruttureranno a proprie spese e lo useranno per degli scopi niente affatto illegali o sconvenienti, da nessun punto di vista.
Quale sarebbe il problema?
Ripeto, capisco il problema di inopportunità se si fosse trattato davvero di una moschea e davvero di Ground Zero. Ma così mi sembra proprio un dibattito artificiale e sul nulla.