Insigni studiosi hanno pubblicato decine di tomi sull’importanza della reputazione nelle transazioni di qualunque tipo. Basti pensare a quanto incidano i voti che le agenzie di rating tipo Standard and Poor’s danno a enti nazionali, sovrannazionali o addirittura agli Stati. Al cambiare del punteggio cambia istantaneamente l’approccio del mercato ai titoli, azioni, obbligazioni emessi da quell’azienda o ente.
L’ostracismo dei politici tedeschi nel dare un aiuto alla Grecia dipende essenzialmente dalla pessima reputazione e dalla pessima stampa di cui gode quella nazione in Germania. In pratica il tedesco medio pensa: “ma come, noi ci comportiamo in un determinato modo, siamo ligi alle regole, fedeli al fisco e morigerati negli investimenti e tutto questo deve servire a finanziare una nazione pasticciona, disordinata, dove regna il lavoro nero, l’evasione fiscale e una scarsa attitudine al lavoro?”.
Questo dovrebbe servirci da monito quando scegliamo i nostri rappresentanti.
Non è un caso che, ad esempio, una ben più grave e profonda crisi che ha colpito Dubai sia stata sotanzialmente snobbata da tutti i mercati, ritenendo che gli emiri abbiano tutti i mezzi per tirarsi fuori dal guano da soli, mentre la crisi della Grecia rischia di essere uno Tsunami per tutta l’area dell’euro.
Alla fine comunque credo che l’Europa cederà e concederà degli aiuti, in cambio della garanzia di un sostanziale commisariamento delle finanze greche per non rischiare il default.