Noi sinistri, sciagurati ed eternamente sconfitti, siamo in un esodo infinito dalla fine della prima Repubblica. Un esodo biblico, se non fosse offensivo paragonare il PD agli ebrei (ovviamente offensivo per gli ebrei).
Che cosa chiediamo noi “persone normali”, noi “popolo della sinistra” a questa classe dirigente a partire da Bersani? Di prendere parte al processo decisionale attraverso l’ottimo strumento delle consultazioni primarie, di non vederci paracadutati sui nostri collegi “figli di” “mogli di” e “amici di” (anche qui, sta cazzata delle preferenze, sarebbe superabile facilmente con delle consultazioni primarie per decidere la composizione delle liste mettendo capolista chi vince le primarie e non chi decide il partito). Chiediamo una classe dirigente più giovane, competente e pulita. O, come ha detto lo stesso Bersani da Santoro: “con la schiena dritta”.
Dall’altra parte hanno il monarca, che decide per tutti (e paga per tutti). Da noi invece vorremmo veder attuato un modello alternativo. Per quale motivo dovremmo cercare di convicere le persone a votare un’oligarchia (o gerontocrazia) al posto di una monarchia?
Come possiamo sperare di essere i motori di un’Italia migliore se non riusciamo a disinnescare le mele marce nemmeno dal nostro lato del campo?
Ci pensi bene Bersani prima di cambiare lo statuto pro domo oligarchia. E non dimentichi che se lui è segretario del partito, lo deve alla gente che, attraverso le primarie, lo ha votato. E non certo per farsi poi tradire in questo modo.