Oggi sono in vena di latinorum.
Ma cosa avrebbe detto Beppe Grillo per commentare l’enfasi sul risultato elettorale e i canti di vittoria di un partito che (stando larghi) ha preso il 16% dal 50% degli aventi diritto che si sono espressi al voto? Ovvero di meno (assai meno) di un siciliano su dieci? Certo anche l’otto per cento per un neonato movimento politico fatto di gente comune e senza sponsor quattrinosi sarebbe un risultato egregio. Però non mi si venga a dire che questa prosopopea del primo partito non suona tanto come “vecchia politica”. In più in una elezione presidenziale i due partiti importanti hanno dato un po’ di sangue alle liste personali dei presidenti (quella di Crocetta ha preso il 7% che sono grossomodo i voti che mancano al PD rispetto al 2008). Tant’e’ che il candidato M5S è arrivato (ottimo) terzo.
Insomma, pur ribadendo che secondo me a livello nazionale M5S sta messo meglio che in Sicilia mentre il PDL sta messo assai peggio e risaputo che dagli stessi risultati si possono trarre opinioni completamente divergenti, mi sembra che trarre qualunque insegnamento da questo voto in Trinacria sia un esercizio utile a sprecare fiato, inchiostro e banda (e io non mi sto sottraendo al mio inutile contributo all’inutile dibattito).