L’Italia è uno dei paesi più corrotti del Mondo, probabilmente il più corrotto d’Occidente. E, con dei dati del genere, si penserebbe che le carceri strabocchino di faccendieri e funzionari pubblici. E invece no, le nostre carceri sono piene di straccioni, scoppiano di immigrati e spacciatorelli di quartiere, papponi e ladri di galline. In gran parte, per paradosso, gente in attesa di giudizio. Ma solo lo 0,4% di colletti bianchi. 235 in tutto. E nemmeno tutti corrotti o corruttori, ci sono anche evasori fiscali o truffatori.
Le ragioni di questo sono molteplici, ma più di tutto va ricercato nel fatto che i colletti bianchi sono persone benestanti che si possono permettere difensori capaci che consentono loro di resistere in giudizio per anni, opponendo qualunque cavillo e impedimento alla celebrazione del processo, fino a che non giunga la prescrizione. Inoltre trattandosi di persone incensurate (fino a quel punto) e con un certo profilo sociale, vengono spesso indirizzati ai servizi sociali, ovvero a fare un lavoro di volontariato in qualche ONG, in cui magari tengono la contabilità, come un qualunque impiegato. Insomma, la pena è irrisoria, l’esecrazione sociale minima, il rischio nullo.
E dire che l’antidoto per questa anomalia sarebbe semplice e a portata di mano. Oggi la prescrizione viene calcolata fino al terzo grado di giudizio perchè la procura può ricorrere in appello. Ovvero, per evitare il rischio che un giudice corrotto o incapace o superficiale assolva in primo grado un colpevole, si da alla magistratura requirente la facoltà di ricorrere contro assoluzioni e\o pene troppo lievi. Ergo, per sottrarre un malcapitato dal rischio di essere vittima dell’accanimento di un procuratore pazzo o invasato, se il processo non viene celebrato nei tempi della prescrizione, il reato è estinto. Ora, per il motivo che dicevamo prima (ovvero che i colletti bianchi hanno possibilità economica di resistere strenuamente in giudizio) utilizzano questo meccanismo a proprio vantaggio e ingolfano i processi fino a far oltrepassare il tempo limite. Inoltre con la famigerata legge ex Cirielli i tempi di questa prescrizione per gli incensurati sono più corti e quindi chi non è stato mai censurato può godere di una posizione di ulteriore vantaggio.
Quindi, in sintesi, per evitare il rischio che un giudice incapace o corrotto assolva un colpevole in primo grado, abbiamo in piedi un meccanismo per cui finiscono “assolti” tutti.
A me sembra che la soluzione sia davvero semplice. Da un lato si impedisce alla procura di ricorrere in appello (come per esempio in USA). Se ti assolvono sei assolto. Ma se ti condannano vai in galera (galera, non servizi sociali) e se vuoi ricorrere in appello lo fai da carcerato. E ricorrere in appello comporta dei rischi (non come ora) ovvero che la sentenza venga riformata anche a tuo discapito (oggi se un condannato ricorre non rischia nulla, o gli alleviano la pena o resta quella che era, quindi niente da perdere).
In questo modo si ridurrebbero i ricorsi in Appello e in Cassazione e si potrebbero celebrare molti più processi riducendo l’arretrato folle della nostra Giustizia.
E i corrotti finirebbero in galera. E magari quelli dopo di loro ci penserebbero qualche minuto di più prima di chiedere o elargire mazzette. Per altro in questo modo si ridarebbe nobilità all’istituto del patteggiamento. Il Pubblico Ministero si presenta dalle difese e dice: caro imputato io a tuo carico ho questo, questo e quest’altro indizio, conditi da questa e quest’altra prova. Se andiamo in giudizio ti becchi 10 anni, se patteggi e fai risparmiare alla collettività il costo di un processo, ne becchi 6. Se poi dentro fai il bravo hai uno sconto di pena e diventano 4. Vedi tu cosa ti conviene fare. Oggi invece è possibile chiedere il patteggiamento (anche se è vero che ci vuole il parere favorevole dell’organo giudicante) anche alla vigilia della Camera di Consiglio dell’Appello. Quindi dopo che 2 gradi di giudizio si sono celebrati per intero con zero risparmio per la collettività, salvo giusto la Cassazione.
O, più semplicemente: la prescrizione si blocca nel momento del rinvio a giudizio. È una modifica banalissima al codice di procedura, ma che garantirebbe che tutti i processi iniziati arrivino a sentenza.
Io su questo non sono d’accordo, se la procura ricorre in Appello è giusto che un povero diavolo non resti impelagato in un processo imperituro magari da innocente. Dopo un certo periodo il processo deve finire.
Ma la ragionevole durata del processo è da garantirsi a prescindere. Se i processi durano un decennio è un problema in ogni caso.
Ovviamente prescrizione che non si ferma E durata lunga (*) significa che chi può permettersi un buon avvocato non verrà mai punito.
Ed è solo un discorso pratico — rendere le sentenze esecutive dopo il primo grado richiede cambiamenti molto più radicali di cambiare un comma per bloccare la prescrizione, con buona pace di chiunque in questi anni ha voluto “riformare la giustizia” stravolgendo i codici.
(*) Durata tenuta artificialmente lunga dalla politica, grazie a milioni di cavilli + personale nella magistratura assolutamente insufficiente
Ma infatti io dico, visto che la durata ragionevole del processo non si può garantire per legge (salvo farla diventare una nuova prescrizione, questa volta uguale per tutti i reati) così come non si possono far arrivare in orario i treni per legge, io dico, eliminamo la prescrizione dopo il rinvio a giudizio, ma finito il primo grado chi è colpevole è dentro e chi è assolto e fuori. Al massimo rivediamo al rialzo le pene per chi corrompe giudici e testimoni per avere salva la pelle.
l’esecrazione sociale minima
E ai miei occhi questo è la cosa peggiore. Anche molto peggio dell’irrisorietà della pena.