Putin e il crollo del Muro
«Difesi il Kgb con le armi»
Il leader russo racconta il 9 novembre 1989 a Dresda: «Fu triste per l’Urss, ma non poteva durare»
via Putin e il crollo del Muro «Difesi il Kgb con le armi» – Corriere della Sera.
Per carità, ognuno ha il suo passato e deve farci i conti da se. Se fossi nato in URSS e avessi scelto la carriera militare, magari sarei finito pure io a fare l’agente del KGB a Dresda.
La cosa singolare è che l’ammorbata opionione pubblica italiana non trovi stridente il fatto che delle persone per bene e senza alcuna ombra nel proprio passato, in particolare se indossano le toghe, vengano coperte di contumelie e accusate di essere “comunisti” ed “eversori”, mentre uno che, quando cadeva il muro di Berlino, difendeva le sedi del KGB con le armi in pugno (cioè stava dalla parte del nemico anche dopo che il nemico aveva già perso), sia un grande amicone del nostro ridente Caudillo e che per lui invece non venga riservata nemmeno una goccetta di fiele e nemmeno un piccolo accenno, per coerenza, ai suoi misfatti passati.
In pratica io, per essere di sinistra, mi devo sentir dare dell’assassino, del complice degli assassini, del collaborazionista sovietico e financo della spia.
Chi invece una spia lo era per davvero, va a trombare a villa Certosa con tutti gli onori.
Strano il Mondo eh?