Facciamo un passo indietro. Si dice che la nomina a ministro sia stata decisa da lei e Tremonti.
«Ci attribuite un potere che non abbiamo. Sulla nomina erano d’accordo sia Berlusconi sia Bossi».
Per qualcuno Bossi è stato scavalcato, se non peggio.
«No, da tempo si lavorava a far diventare ministro Brancher. Per Bossi l’opzione principale era Aldo alle Politiche agricole e Galan allo Sviluppo economico. Ma questa ipotesi non si è realizzata per problemi di equilibri interni al Pdl. A quel punto si è parlato di un ministro senza portafoglio».
Insomma, Brancher ministro a tutti i costi?
«Si voleva dare un riconoscimento al suo importante ruolo. Non si sono verificate le condizioni per l’Agricoltura, ma c’erano altri vuoti da riempire».
E qui comincia il giallo delle deleghe.
«Qualcuno ha commesso un errore».
Qualcuno chi?
«Non credo in malafede, ma la delega decisa era sul federalismo amministrativo ex articolo 118. Omettendo, per ignoranza, l’ultima parola, è sembrato che parte delle deleghe siano state sottratte a Bossi e non al ministro Fitto».
Fitto, forse, non è rimasto contento di questi movimenti.
«Quindici giorni fa gli è stata data una delega importante sul piano per il Mezzogiorno, fondi Fas e contributi europei. Anche dopo un confronto con lui, sono state scritte le deleghe».
Il decreto con le deleghe, però, non è ancora uscito in Gazzetta. Come mai?
«Non chiedetelo a me, spetta a Palazzo Chigi. Comunque passa sempre almeno un mese di regola dopo il giuramento: è successo a me, a Bossi e a molti altri. Non vedo il problema».
via Calderoli: Bossi sapeva tutto Festa prima del giuramento – Corriere della Sera.
Questi sono più attaccati alle poltrone dei veterodemocristiani come Mastella, altro che “Roma ladrona”.
Dopo le leggi ad personam, ora abbiamo addirittura i ministri ad legem.