Mentre il capitalismo va gambe all’aria, le nazioni più liberiste del pianeta si affrettano ad andare come S.Bernardo col cognac appeso al collo, al capezzale delle banche tramortite ad iniettare fiumi di denaro pubblico, cioè nostro. Non è esente l’Italia che, per altro, sta pure per iniziare l’ennesima rottamazione per dare l’ennesimo contributo surrettizio alle aziende. Non prima di aver rovesciato sulla schiena del contribuente anche i debiti dell’Alitalia. Quindi, il capitalismo, il mercatismo e tutte ste cialtronate vanno bene fino a che non diventano un problema, allora si passa allo Stato. Viceversa, sulla santià e sui servizi, dove c’e’ da lucrare, dal pubblico si passa al privato. Il caso più clamoroso è l’acqua potabile.
http://www.parlamento.it/leggi/08133l.htm
[…]Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite[…]
[…]Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati.[…]
[…]tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica in materia di rifiuti, trasporti, energia elettrica e gas, nonche’ in materia di acqua;[….]
Almeno hanno avuto il buon gusto di votarla il 5 di Agosto.
Vi immaginate l’azienda “privata” che, facendo i propri leciti interessi, decide che l’acqua vi costa 1000 euro al metro cubo? Voi che fate? Tirate un tubo all’acquedotto concorrente? Scavate un pozzo? Vi lavate con la Ferrarelle?