I dolori del giovane PD

Io non sono un elettore del PD, anche se sono un elettore di sinistra. Voto a sinistra del PD con la speranza che il PD guardi alla propria sinistra per formare un’alleanza di centro-sinistra che possa governare il paese.

Quindi pur non essendo interessato direttamente alle sorti del PD lo sono indirettamente, perché mi sta a cuore che in quell’area politica ci sia un soggetto moderato forte e un soggetto più radicale, a cui mi riferisco io, che possa portare le proprie istanze in coalizione.

All’uscita da queste elezioni la mia parte politica e il PD sono uscite con le ossa frantumate. Il popolo ha orientato la propria scelta verso forze politiche populiste, sovraniste e con un certo tipo di profilo “anti-sistema”.

Il Movimento 5 Stelle ha tratto gran parte della propria forza elettorale dall’aver rifiutato, 5 anni fa, in una celebre diretta streaming, di stringere qualsivoglia accordo col PD, passando i 5 anni successivi ad insultarlo, insolentirlo, accusarlo di ogni nefandezza, per erodergli quanto più consenso fosse possibile.

Naturalmente attaccare chi governa è molto facile, basta dire sempre no e trovare sempre qualcosa che non va. E’ quello che, in piccolo, è successo a Roma. I 5 Stelle hanno attaccato frontalmente Ignazio Marino su ogni virgola, lo hanno indebolito e insultato fino alla sua resa definitiva. Quando però sono andati al governo non è che le cose per Roma siano migliorate, anzi. La differenza fra abbaiare e fare è grande.

Adesso non si capisce, viste queste premesse, per quale motivo il PD, sull’altare di una responsabilità per la quale ha già versato sangue elettorale a fiumi, perdendo consensi a destra e manca, per cercare di raddrizzare la barca lasciata alla deriva da Berlusconi (votato dagli stessi che votano oggi 5 Stelle, gente che pensa che le nazioni si possano governare con gli slogan tipo “meno tasse per tutti” “prima gli italiani” o “uno vale uno”), dovrebbe sostenere un qualsivoglia governo dei 5 Stelle.

Persone che hanno costruito la propria fortuna elettorale sulle sue spalle.

Inoltre, in campagna elettorale Renzi ha fatto un punto d’onore che non si sarebbe mai alleato con populisti ed estremisti. Ovvero Lega e 5 Stelle. Chi ha votato il PD, questo ha scelto.

Le elezioni hanno consegnato all’Italia due vincitori chiari: Lega e 5 Stelle, e due sconfitti altrettanto chiari, PD e FI. Le regole base della democrazia impongono che voti chi ha vinto.  Lega e 5 Stelle facciano un passo indietro rispetto ai propri propositi bellicosi (Di Maio che vuole essere il capo del governo se no niente, e Salvini che vuole governare ma tenendo dentro anche Berlusconi) e si alleino. Hanno vinto, ora si passerà dall’abbaiare al fare. Dalla Roma di Marino a quella della Raggi.

In bocca al lupo.

 

 

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