Asilo comunale per bambini cristiani, interviene il garante
Fra i tanti commenti che non ho letto riguardo a questo caso piuttosto inquietante di discriminazione, ovvero il consentire l’accesso ad una struttura pubblica (ovvero di tutti quanti, credenti e non) con il filtro del credo religioso, c’e’ quello relativo al fatto che definire un bambino dell’asilo “cristiano” è una violenza e un’aberrazione terrificante.
Nessuno si sognerebbe di dire di un bambino dell’asilo che è liberale o comunista o socialista. Nessuno si sognerebbe di iscriverlo alla CIGL all’Arcigay o ad un club di Forza Italia.
Invece, come se nulla fosse, si consente che sia considerato aderente ad un movimento religioso (ma che è anche politico e sociale, che impone e propone idee etiche ben precise sul modo di vivere e su cosa sia lecito o meno fare nelle proprie scelte individuali) e che ne venga considerato membro organico anche solo per effetto della scelta che i suoi genitori hanno fatto per lui.
Un bambino non può essere ne sarà mai “cristiano” (o musulmano o ebreo o induista).
Sarei curioso di vedere cosa succederebbe se dei genitori iscrivessero a membro di una setta un po’ borderline, magari satanica o neopagana o di quelle strampalate tipo i raeliani o scientology. Il vespaio che ne verrebbe fuori.