Spero che non le succeda come a quasi tutte le serie tv degli ultimi anni, che iniziano bene, promettono molto ma poi nel tentativo di allungare il brodo gli sceneggiatori le incasinano e si inventano situazioni surreali che le rovinano. Ha funzionato a lungo solo il dr. House, giusto perché era fortemente imperniata attorno alla personalità del protagonista, che ha resistito agli eventi attorno a lui e reso la serie (abbastanza) godibile fino alla fine.
Non ho mai seguito Lost, ma tutti quelli che l’hanno fatto mi hanno raccontato di una delusione terrificante verso il finale, quindi riconosco che il rischio c’e’.
Per ora invece Homeland, che sta andando in onda su Sky canale Fox, nelle sue due prime stagioni ha avuto una narrazione piacevole, con rari cali di interesse e tutto sommato situazioni abbastanza sensate, magari agevolata dal fatto che parlando di spionaggio, terrorismo e traditori la trama è già abbastanza incasinata da impedire che gli sceneggiatori sbordino troppo.
Per chi non l’ha vista è facile incocciare delle repliche, ma assai probabilmente fra non molto inizierà ad andare in onda sulla tv generalista.
La storia in sintesi è quella di un veterano dell’Iraq, Nick Brody, che viene ritrovato prigioniero dopo 8 anni e riportato a casa, deve rimettere insieme la sua vita con la famiglia, dove la bellissima moglie (l’attrice brasiliana-americana Morena Baccarin) si è nel frattempo rifatta una relazione con il miglior amico del protagonista, i figli lasciati bambini sono adolescenti e lui, considerato in patria un eroe, viene avviato alla carriera politica. Però ha un lato oscuro e l’altra protagonista, una bionda bella e molto dotata agente dei servizi Carrie, sospetta gravemente che possa essere passato nelle fila nemiche.
Senza spoilerare, il bello della storia è che nella realtà buoni e cattivi non esistono, ogni personaggio ha la propria luce e il proprio demone interiore, atti che sembrano vili o atroci nascondono verità più articolate e su cui è meno nitida la possibilità di schierarsi e fare il tifo, come invece spesso capita nelle orrende banalizzazioni per il pubblico: quello bello biondo, vestito di bianco e con il mantello azzurro è il buono, senza macchia e senza paura, mentre quello brutto, sporco, coi baffi a manubrio e l’occhio guercio è il cattivo senza scrupoli ne coscienza.
Insomma, sperando che la terza stagione, che inizierà a settembre, sia all’altezza delle prime due, raccomando di rimettersi in pari cercando in qualche modo di riguardarsi le prime due stagioni.
bella serie, per me che sono un adoratore di “24” non è un complimento da poco.
Ora non so come potrebbero farla procedere.
Spero che gli sceneggiatori israeliani (è loro l’idea) abbiano un po’ di fantasia.
sulla wiki anglofona ci sono un po’ di anticipazioni sulle sceneggiature delle puntate della terza stagione, ma onestamente ho preferito evitare di leggere.