In un altro paese occidentale un giudice non potrebbe mai imporre ad una azienda di assumere qualcuno. In compenso, se venisse rilevata, come rileva la sentenza, una volontà apertamente discriminatoria, la FIAT sarebbe stata costretta a risarcire gli operai (che lo ricordiamo non sono stati assunti perchè iscritti alla FIOM) con svariate centinaia di migliaia di dollari\euro\sterline e, con ogni probabilità, i dirigenti resisisi artefici di questa scelta costretti dagli azionisti alle dimissioni per cercare di salvare la faccia e il responsabile legale tradotto in galera.
Per altro le usanze folkloristiche, come le chiama Marchionne, per cui i giudici possono imporre alla FIAT di assumere, sono le stesse per cui Marchionne, in caso di condanna, avrebbe sospensioni condizionali, affidamento ai servizi sociali e iper garanzie di questo tipo. Mentre negli USA, se si azzardasse a fare quel che ha fatto a Pomigliano, ripeto, oltre a causare un danno economico esiziale alla sua azienda, finirebbe licenziato e in prigione.
Io, detto molto onestamente, anche se di indole non vorrei vedere in galera nessuno preferiei assai la soluzione made in USA.
1 thought on “Ha ragione Marchionne”
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Bisogna però verificare gli accordi che c’erano stati nel passaggio da FIAT alla newco…
salut
mashiro