Quando si fa qualche ripresa a pugilato contro un vecchio campione, magari non più in forma, sfiatato dalle sigarette e dall’inattività, dopo averlo pestato come il basilico nel mortaio, viene la tentazione di rilassarsi, magari la compassione di non infierire su un vecchio leone del ring, visto che magari per 3-4 round non ti ha sfiorato nemmeno con una piuma fuori dalla guardia. Ed è proprio li che viene fuori la classe e la tecnica del grande campione, non ha più il fiato, la potenza nel colpo, la freschezza del movimento, ma gli basta uno spiraglio per mollarti quell’uppercut giusto, chirurgico, assassino, che dopo 4-5 riprese di dominio ti manda al tappeto e vedi nero fino a che qualcuno non ti passa i sali sotto il naso.
Ecco, Silvio Berlusconi in questo momento è un vecchio pugile bollito e suonato, che aspetta barcollante la campana per tentare di restare almeno in piedi fino all’ultima ripresa. Ma, come hanno ampiamente dimostrato le elezioni 2006, gli è bastata fare una legge elettorale proporzionale che ha fatto deflagrare le differenze interne all’opposizione, occupare le sue televisioni con proclami e “terrorismo” sulle tasse, col campione della libertà e del pluralismo Mentana che per un mese ha aperto il TG5 con le rapine in villa, per risalire una china ripidissima (anche se meno ripida di adesso) e portarsi ad un incollatura dal KO. Ancora 15 gg di campagna elettorale e sarebbe stato rieletto. Tutta la politica degli ultimi 5 anni è stata condizionata da quello. Fini e Casini già facevano i conti senza l’oste (ve le ricordate le esilaranti “tre punte” di quella campagna elettorale?). Non parliamo di Prodi & C. che contavano in un’ampia maggioranza. Invece la sinistra prese 24 mila voti in più alla Camera (su 30 milioni di voti è il nulla) e 400 mila in meno al senato, che fecero maggioranza solo in virtù dei pasticci infilati dentro il porcellum anche da Ciampi (che promulgando quella legge vergognosa ha macchiato in modo perpetuo il suo fin li ottimo settennato).
Per cui: Berlusconi è all’angolo barcollante. Per nessun motivo bisogna farlo uscire dalle corde, bisogna stenderlo in modo definitivo. Per nessuna ragione questo incubo, durato ben più che troppo, deve proseguire. Eventus docet.