E’ vero che a farsi delle idee sulla base di resoconti giornalistici, tanto più se questi arrivano da oltreoceano e vengono tradotti (spesso malamente) dai media nostrani può essere pericoloso. Ma il caso dell’assoluzione di Geroge Zimmerman negli USA lascia sgomenti e senza fiato.
Per chi non ricordasse o avesse seguito la vicenda: una guardia giurata di 29 anni ha sparato e ucciso un ragazzo di diciassette anni, disarmato, sostenendo di essere stato aggredito, ma senza riuscire a fornire prova alcuna dell’aggressione subita.
La cosa si aggrava poi del fatto che lo sparatore è bianco, mentre il giovane ragazzo morto era nero.
Già in America era scoppiata una polemica violentissima per il fatto che lo sparatore fosse stato lasciato a piede libero per un mese e mezzo. Ora credo che le proteste di paizza da parte della comunità nera saranno violentissime, considerando cosa successe quando vennero divulgate le immagini del violento pestaggio di Rodney King (anche in quel caso i poliziotti vennero assolti).
Gli USA insomma, al netto del presidente di colore, riscoprono una propria anima oscura e razzista che fatica a placarsi. Basti vedere i dati sulle etnie della popolazione carceraria USA e quelli sui giustiziati, per capire che per quanto spesso confinati nei ghetti e nella miseria e più contigui all’illegalità e gli espedienti, è improbabile che la gran parte dei delinquenti siano nella comunita non WASP.