Il grande quesito di queste ore è: “elezioni o governo di larghe intese?”. Ci sono argomenti a favore di entrambe le scelte.
Se fossimo una nazione normale è abbastanza ovvio che ci vuole un governo “alla greca” che si assuma pochissime e precise responsabilità, porti la nave in acque sicure e poi rimetta il mandato al Presidente Napolitano. 6-8 mesi massimo. Legge elettorale, dimezzamento dei parlamentari, stabilità dei conti, con tasse, patrimoniali, dismissioni, ticket, prelevi forzosi dai conti e qualunque altra cosa serva a scongiurare il baratro. Però non siamo una nazione normale. Un governo di larghe intese tende a diventare un verminaio di prebende e vendette trasversali, di conti da regolare e che dura in carica fino all’ultimo minuto possibile per legge. Quasi sempre incapace di prendere qualsivoglia decisione, meno che mai quelle impopolari, visto che è un grande traghettatore verso le elezioni.
Inoltre Berlusconi dice di volere le elezioni ma in realtà vorrebbe proprio un governo “largo” per gridare al ribaltone, mettersi a posto le ossa dopo le mazzate di questi giorni e ripresentarsi come se nulla fosse,bello come il sole, nel 2013.
Quindi, in sintesi, io spero nelle elezioni a fine gennaio e spero che nel frattempo il PD esca dal guscio e dichiari intenzioni, programmi, alleanze e indica delle primarie serie da fare entro dicembre.
Io penso che il Governo tecnico si possa fare solo coi voti di una parte consistente del PdL e vale il discorso di sempre bisogna trovare un numero consistente di parlamentari disposti a mollare una possibile riconferma per tenere in piedi la legislatura.