Leggo in giro molti commenti sarcastici sulla scelta di Bersani di citare il papa buono nel Pantheon delle personalità della sinistra. Ora, detto che certo avremmo preferito sentir parlare di Gramsci, Berlinguer, al limite Pertini o Pasolini, però non vedo lo scandalo a nominare Roncalli. Fu un uomo indiscutibilmente retto, che interpretava la propria missione pastorale nel modo più cristiano che si immagini, che non abboccò alle fattucchiate di fra Pio da Pietralcina, e che, naturalmente, provò ad abbriviare la più grande stagione di riforme che la Chiesa cattolica ricordasse dai tempi del concilio di Trento, e parliamo di una istituzione refrattaria ai cambiamenti più o meno quanto il PDL è refrattario all’onestà. Un monarca assoluto che non si limitava a predicare la carità, ma che era disposto ad abbracciare un assassino e a rassicurarlo sulla possibilità che la sua anima non fosse persa, che la sua redenzione fosse possibile.
Che, come dice Bersani stesso, potè nominare un cardinale nero, tanta era la sua forza innovatrice. Che scrisse una memorabile e clamorosa enciclica di pace mentre il Mondo andava incontro alla catastrofe nucleare nel pieno della crisi dei missili di Cuba.
Insomma prima di battezzarla come una genuflessione oltre Tevere proverei ad accendere trenta secondi la parte del cervello che si chiama spirito critico.
update: grazie a .mau. per la segnalazione dell’errore sul cognome del papa.
Tutto vero quello che scrivi.
Però sei io fossi un politico, l’unico papa che citerei è Montini, alias Paolo VI.
Perché? Al di là del considerarlo un papa positivo o negativo è stato il primo (e finora unico) che nei fatti ha riconosciuto che la sua era una carica politica e non religiosa (a parole non lo avrebbe mai ammesso, chiaro, ma i fatti sono lì a testimoniarlo).
Saluti,
Mauro.