Uno scontro talmente impari che sarebbe come se io facessi delle corse automobilistiche con la mia familiare contro un pilota professionista in Lamborghini.
Temo però che dal punto di vista dell’esito di questi scontri abbia ragione Cota (ohibo cosa mi tocca scrivere). La gente un’opinione già ce l’ha e non la cambia. Alla Gelmini, per captare questa benevolenza, basta ripetere “lei è stato parlamentare comunista” “antiberlusconismo” “la dice lunga sulla sua terzietà” e cose del genere, stando ben alla larga dal merito delle questioni sollevate dall’ex garante.
D’altra parte è pur vero che Rodotà parlava di concetti come divisione dei poteri, legittimo impedimento, uguaglianza di fronte alla legge, supremazia della Costituzione sul potere legislativo ed esecutivo.
Cose che l’italiano medio fa fatica a ripetere, figuriamoci a capire.
Quindi basta dire “comunista! comunista! comunista!” per prendere i voti e continuare nello sfacelo attuale.
Una delle vette più grottesche è arrivata quando la Gelmini ha parlato di criteri meritocratici all’interno degli atenei, grazie alla sua riforma.
Mi domando quale sia il suo di merito visto che prima di diventare ministro la sua carriera politica era stata una via crucis di insuccessi e di collisioni con colleghi di partito, che dal punto di vista accademico non ha mai avuto alcun incarico di rilievo (nel caso la si voglia considerare un ministro “tecnico”) e grava su di lei sempre quell’odioso sospetto di essere andata a sostenere l’esame di Stato a Reggio Calabria per ottenere un trattamento di favore (una delle tipiche furbate italiote). Quindi vorrei capire la Gelimini quali meriti ha, anche se temo di sapere la risposta considerando chi è stato in questi anni il suo Mentore.