Il PDL si decompone, lacerato da liti interne e guidate da un giovane disarmato segretario nominato dal sovrano e senza che abbia mai realmente attechito nel consenso della base o delle oligarchie. Berlusconi si defila, certamente meditando qualche misura per poter essere ancora della partita, quando si inizierà a legiferare sul suo impero e sui suoi soldi, come già fu ai tempi della timida riforma Gentiloni, fatta deragliare dai suoi obici mediatici e parlamentari. La legge elettorale in preparazione è una cacca di quelle che puzzano e fanno fumo, che rade al suolo quel poco di bipolarismo e di governabilità che avevamo sperato di aver conquistato in questi anni. La credibilità della nostra nazione, nonostante l’analgesico Monti, è al lumicino. Un candidato alla presidenza USA che ci usa come metro di paragone per il peggio non si era mai visto e la dice lunga su come veniamo perpeciti oltralpe e oltre oceano.
I vent’anni di Berlusconi lasciano al suolo morti, feriti e macerie, e senza che nemmeno ci sia stata una guerra.
Se le cose continueranno su questa china penso che si potrà parlare tranquillamente del più epico fallimento della politica italiana dall’unità. Forse uno dei più gravi e acuti disastri delle democrazie occidentali di cui si abbia memoria.
Una anomalia democratica vivente, un conflitto di interessi permanente, un oligarca dei media circondato dal puzzo dei suoi problemi con la legge e inseguito dall’ombra di un passato non chiarito, di amicizie più che opache che ha destato lo scandalo delle cancellerie di mezzo mondo non è nemmeno riuscito a dare una sferzata o a lasciare sul terreno una qualunque riforma di un qualsivoglia valore che non sia un sistematico smantellamento della giustizia un poderoso indebolimento delle già storicamente deboli istituzioni repubblicane.
Uno scempio, una vergogna collettiva, una di quelle cose che ci costringerà, fra 30-40 anni, quando le immagini di questi giorni mostreranno il resoconto di questi tempi cupi a dare imbarazzate spiegazioni ai nostri nipoti che non capiranno, come a noi è capitato di non capire vedendo i discorsi grotteschi e teatrali del Duce, nelle sue pose iperboliche e nei suoi atteggiamenti da operetta. Come è possibile, ci domandiamo. E come è possibile è quello che si domanderanno le future generazioni vedendo le conferenze stampa con i fondali azzurri, le telecamere che volteggiano, i “contratti” firmati in diretta tv e lo stuolo di trombettieri prezzolati che hanno fatto da scodinzolante corollario a questa folle messinscena.
Ma come avete potuto lasciare che un uomo del genere dettasse le danze per 20 anni? Non so se basterà il tempo che resta per preparare una risposta convincente.