Siamo tornati dal viaggio di nozze in Perù. Vacanza magnifica, soprattutto Machu Picchu e’ un posto davvero magico.
Lima è una città piuttosto brutta. Grigia, inquinata, traffico folle e totale indisciplina dei guidatori. Anche se a Miraflores, il quartiere dove alloggiavamo, ci sono un po’ di localini carini ed è leggermente più tranquillo di Lima vecchia.
Cusco è una bella cittadina andina, anche li però i peruviani fanno di tutto per renderla invivibile. Tremendo il mal d’altura appena si arriva. Meno male che c’e’ il taumaturgico mate de coca, un infuso fatto con le hojas de coca davvero efficace e buono. Un vero peccato che non si possano portare le foglie in Italia.
Arequipa è la più europea delle città che abbiamo visto, anche per la grande presenza di peruviani di origine spagnola (li si dividono in bianchi, indigenas e mestitos che sono i “meticci”), quindi molto meno indisciplinati al volante e anche meno assillanti i commercianti nel tentare di venderti qualcosa.
Puno l’abbiamo vista di sfuggita, certo è che, vista la location spettacolare sul lago Titicaca, sarebbe meglio che le case fossero un po’ piu’ belle. Ovviamente nessuna colpa agli abitanti, essere poveri non e’ certo una colpa. Ma magari se l’amministrazione dello Stato con tutto il denaro che portano i turisti facesse qualcosa per il paesaggio….
Il lago Titicaca e le isole galleggianti degli Uros sono un’altra cosa da non perdere. In sostanza sul lago cresce un giunco (per altro in parte commestibile anche se non sa di niente) con le radici che non toccano il fondo del lago ma che formano degli isolotti alla deriva. Gli uros, per sfuggire al dominio Inka, nella notte dei tempi le hanno rese abitabili, creando una sorta di “tatami” di giunchi incrociati e delle casette. Mangiano pesce e muoiono giovani, spesso di polmonite, per la permanenza troppo a lungo nell’acqua.
Da quello che ci raccontano le guide si sono molto civilizzati, fino a 30-40 anni fa vivevano come animali sdraiati al sole su queste piattaforme, senza nessuna igiene personale, con i capelli e la barba incolte, nudi, praticando incesto e endogamia (con proliferare di malattie congenite) mangiando pesce crudo e pidocchi degli altri abitanti.
Ora, se pur in condizioni estreme, sono del tutto simili ad altri abitanti delle Ande.
Nei prossimi giorni scriverò qualche articolo più diffuso su alcuni posti.
Per intanto ecco le foto:
http://picasaweb.google.com/mosaicoandino/
quelle nei posti al chiuso sono mosse, perchè è fatto assoluto divieto di usare il flash (addirittura nella gran parte dei luoghi e fatto divieto assoluto perfino di usare macchine fotografiche o videocamere) e senza cavalletto il risultato è piuttosto deludente. Le ho lasciate perchè un’idea di massima di come siano fatte le chiese la danno.
Sto aggiungendo anche una selezione delle foto che ritengo migliori, per qualità o per significato, ad altissima risoluzione (10 mpx) visto che per tutte non sarebbe stato possibile farlo per ragioni di spazio.
Entro stasera dovrei essere riuscito a terminare la pubblicazione.
Se interessa qualche foto ad alta risoluzione di quelle non scelte, basta scrivermi 🙂