Certo è difficile dirlo con esattezza. Direi che nessuno ha perso in modo drammatico e gli unici due vincitori sono stati la Lega e Beppe Grillo.
La lettura secondo cui il PDL e Berlusconi, quindi il governo, ne sono usciti rafforzati è comunque priva di fondamento. Le forze all’interno della maggioranza si sono spostate tutte e favore della Lega. Le faide intestine fra ex-FI ed ex-AN hanno provocato non pochi danni e lasceranno scorie.
Per esempio qui in Liguria il PDL non ha fatto eleggere nemmeno un ex-AN (d’atlra parte il PDL ligure sopravvive grazie al feudo Scajoliano di Imperia, dove il plenipotenziario ministro ex DC ha fatto eleggere il figlio con una valanga di preferenze). Ci sono state le trombature di due pezzi da novanta come Plinio e Gadolla, che per i non liguri non dicono granchè, ma che a Genova sono due vere e proprie istituzioni della destra politica. Plinio, presidente del consiglio regionale ai tempi del goveno Biasotti, si segnalò per una improvvida lettera di congratulazioni con la carta intestata della regione a Le Pen, dopo un suo lusinghiero risultato elettorale.
In pratica con l’ansia di fare terra bruciata attorno a chi nel partito è in orbita Fini, si sono dati un bel colpo di machete sui coglioni. Che poi è stato edulcorato dalle vittorie sul filo di lana in Piemonte e Lazio (Calabria e Campania, per vari motivi, erano largamente annuncaite).
Il PD ha scoperto ancora una volta che i suoi elettori premiano il buon governo (Vendola su tutti) ma puniscono severamente quello cattivo o disinvolto (Bassolino, Loiero e Marrazzo).
Adesso speriamo che, finalmente, mantenga fede all’impegno preso da Bersani il giorno dopo le primarie di consentire che ogni candidato in ogni elezione venga deciso con il metodo Vendola. Se decide la gente, poi si vince. Non fosse altro che per spirito di partecipazione e di sostegno ad una candndatura che si è voluta e alla quale si è contribuito.
Una nota a margine. Davvero faccio fatica a capire il perchè Berlusconi si accanisca tanto contro i programmi che parlano dei suoi processi. Dopo che la Cassazione ha sentenziato che l’avvocato Mills ha reso infedele testimonianza, salvandolo da probabili condanne, dietro compenso di 600 mila dollari, cosa che in qualunque altro paese avrebbe costretto lui alle dimissioni e, in caso contrario, il suo partito alla catastrofe elettorale, invece continua imperterrito ad essere votato con una certa regolarità.
Spero di esserci ancora fra 40-50 anni per vedere cosa scriveranno gli storici di questo periodo. Se non altro potrò dire di aver fatto il poco che posso per tentare di arginare questo schifo.