Io non ci sto ad ascoltare questa stanca giaculatoria sui dipendenti infedeli del comune di San Remo , che è tutto un magna-magna e che da tutte le parti è uguale. Non è così.
Io sono figlio di due dipendenti dell’Enel, in pensione da anni, quando l’Enel era una azienda pubblica e quindi erano di fatto dipendenti pubblici. Me ne hanno raccontate di ogni, in effetti, soprattutto mia madre che lavorava negli uffici, più che mio padre che lavorava negli impianti (dove la negligenza e il fancazzismo costano cari).
Tuttavia quando sentivo parlare dei cialtroni e degli approfittatori della propria condizione di lavoratori ipertutelati si trattava di eccezioni e di persone additate dai colleghi con lo stigma del fancazzismo cronico e certo non in cima alla piramide della stima e della considerazione. Io credo che i miei genitori abbiano fatto meno di un mese complessivo di malattia in oltre 40 anni di lavoro. E nessuno si è mai sognato di far timbrare qualcun altro al posto proprio o di fare i cazzi propri anziché lavorare, salvo giusto rarissime eccezioni (e questo vale anche nel privato, io ad esempio in questo istante sono al lavoro e mi sono preso 3 minuti di pausa per scrivere un post sul mio blog personale).
Per altro la situazione dei dipendenti comunali sanremesi è resa ancora più grave dai tempi attuali. Oggi avere un lavoro sicuro e tutelato dalla crisi (è vero che non ricevono scatti di retribuzione da tempo, ma è anche vero che salvo reati nessuno li licenzierà mai) è un privilegio che vale oro. Ci sono persone che darebbero un rene per un lavoro nel pubblico impiego con cui tenere al caldo la propria famiglia.
Non è uguale per tutti, non tutti i dipendenti pubblici sono delle legere. A me spiace per le loro famiglie, ma spero che sta gente muoia di fame. E vorrei sperare che i sindacati, di fronte a questo schifo, non facciano barricate quando arriveranno gli inevitabili e giusti provvedimenti.