La figlia di Guido Rossa, oggi deputata del PD, si esprime a favore della condizionale per uno dei carnefici di suo padre. La tesi è semplice quanto disarmante, l’uomo ha capito lo sbaglio, si è ravveduto e sopratttutto ha scontato 28 anni di galera.
Effettivamente 28 anni sono una quantità enorme di tempo nel quale essere privati della propria libertà. Quale che sia la gravità del reato che si è commesso. Sopratttutto in una nazione nella quale, per omicidio volontario, se in carcere si sta buonini, si mette il naso fuori dopo 6-8 anni. E considerando anche i numeri di chi si è reso protagonista della stagione degli anni di piombo. Su 6000 persone coinvolte a vario titolo, restano in galera in 70.
Qualche tempo fa, a sinistra, si proponeva anche l’abolizione dell’ergastolo. Oggi che c’e’ di nuovo sto rigurgito forcaiolo il tema è passato in soffitta.
Io mi domando: è davvero sensato che un uomo possa trascorrere tutta la vita fra quattro mura? Esisterà una quantità di tempo dopo la quale, se si è ravveduto e pentito di quello che ha fatto, possa essere restituito alla società per vivere gli ultimi anni della sua vita da persona libera e con la propria colpa ripagata?
ciao,
anche io mi faccio una domanda in merito.
la vita umana ha un prezzo?
la pena che deve pagare una persona che non ha rubato, o tradito, o non so che altro.
stiamo parlando di una persona che si è fatta giudice di un’altra togliendole la vita.
mi chiedo: quella vita valeva solo 28 anni?
mi chiedo: la vittima se si comporta bene in cielo può tornare e magari ricominciare?
qualcuno potrebbe dirmi: ma per quella vittima non c’è piu’ niente da fare. ormai è morta, bisogna pensare a chi resta.
esatto. infatti penso a chi resta. cosa insegnamo ai ragazzi che la vita vale 28 anni quando va bene e sei quando va male?
insegno che uccidere il prossimo ha un prezzo e che quindi il valore della vita non è immenso ma limitato?
insegno che si puo’ uccidere se si paga la propria pena e poi si va avanti , si volta pagina certo, ma si va avanti?
oppure insegno loro che la vita non ha prezzo e che invece l’assassinio si paga non con la vita stessa ma almeno con la provazione della libertà?
buona giornata
@Rita: “quella vita valeva solo 28 anni?”
Una vita umana non ha valore, ne 20 ne 50 ne 1000 anni basterebbero. Però se, come si spera, chi ha compiuto quel gesto così atroce si è pentito e ravveduto, 30 anni privi della libertà sono una grande punizione e la coscienza che ti ricorda ogni giorno della tua vita che hai ucciso pure.
“solo” 28 anni come dici tu, secondo me sono tanto, tanto, tanto tempo nel quale vivere in 20 metri quadri in quattro, vedendo solo il sole a scacchi e respirando aria fresca un’ora al giorno….
anche la morte data è tanto tanto tanto lunga
lì neanche quell’oria d’aria è piu’ possibile
e il pentimento non ha il compito di diminuire la pena che la società ha stabilito equa per quel tipo di delitto
il compito del pentimento è quello di far sì che il condannato accetti la propria condanna con dignità e con la consapevolezza che deve pagrla fino all’ultimo
Rita: è quasi tautologico dire che un assassinio non lo ripagherai mai… ma fortunatamente, dico io, (e lo dice anche la costituzione), lo Stato non dovrebbe essere vendicativo, godendo per il fatto che manda a soffrire qualcuno “che se lo merita”…
Gli scopi sono due: il deterrente e la rieducazione… e, forse, 28 anni di galera sono abbastanza per l’uno e per l’altro.
mio padre era un amico di rossa, avevano molte cose in comune ed io l’ho conosciuto abbastanza bene. ero molto giovane quando è stato ucciso, ho pochi anni meno di sua figlia.ne ho un ricordo meraviglioso e ho sempre sofferto dentro di me per la fine che gli hann fatto fare, spesso mi sono chiesta cosa potesse aver pensato e quanto potesse aver sofferto.non condivido minimamente la posizione di sabina, neppure mille anni possono ripagare la vita di suo padre