Uno degli effetti più venefici del berlusconismo sulla qualità della nostra democrazia è questa polarizzazione assoluta di ogni cosa, compresi gli organi di informazione, che sostanzialmente sono (o diventano, come nel caso del Tg1), peroratori della causa di una delle due fazioni.
Quello a cui abbiamo assistito in queste ore è il paradigma di questo malessere.
Ci sono dei fatti, che come tali sono incontestabili. Nel mondo occidentale, dove vige la democrazia e dove la stampa libera è un potere al suo servizio, questi fatti vengono raccontati e presentati all’opinione pubblica in quanto tali. Poi, ovviamente, ogni persona dotata di intelletto sopra questi fatti propone delle interpretazioni e dei punti di vista. Ho già sprecato anche troppi bytes a dire la mia sulla questione liste escluse per ritornarci sopra.
La cosa che mi ha veramente impressionato è vedere il Presidente del Consiglio dei Ministri, che è una delle maggiori cariche istituzionali dello Stato, a capo di uno dei poteri fondamentali dell’esercizio del potere politico, quello esecutivo, permettersi di inidire una conferenza stampa e, non solo comportarsi da capo partito (quale egli è, ovviamente, ma che nella veste di rappresentante delle istituzioni dovrebbe dismettere perchè nel ruolo di quella istituzione rappresenta tuttti, comrpesi quelli che non lo votano o addirittura lo detestano), ma addirittura raccontare una serie di palle gigantesche, dando una ricostruzione dei fatti rispetto alle vicende accadute platealmente smentita perfino da un video, oltre che da atti ufficiali di tribunali e carabinieri presenti sul luogo (che sono anch’essi rappresentanti di un altro e altrettanto importante potere democratico e di due importantissime istituzioni dello Stato).
Il paradosso di questa vicenda è che i cittadini elettori, quelli diciamo “meno avveduti” che ascoltano le notizie in modo un po’ superficiale e non approfondiscono motu proprio ciò che i telegiornali confezionano per loro, a seconda del proprio orientamento, aderiranno ad una o all’altra ricostruzione dei fatti come se fossero due pareri distinti su un medesimo argomento.
Un po’ come se fosse un dibattito fra romanisti e laziali, fra amanti delle bionde o delle more.
Non so voi, ma a me questa cosa produce un profondo senso di avvilimento.
Già troverei poco edificante che, se Berlusconi o Bersani esprimono un parere, il mio parere di loro elettore dovrebbe coincidere con quello per cui voto di loro due, ma che addirittura su dei fatti accaduti ed acclarati da delle evidenze inoppugnabili, io creda a quello che dice l’uno o l’altro, senza formarmi un parere proprio, sempre con lo stesso criterio. In pratica oggi gli elttori del PDL, in gran parte, crederanno che effettivamente i giudici comunisti e i radicali attaccabrighe abbiano impedito ai funzionari del PDL di espletare prorpiamente gli adempimenti di legge per presentarsi alle urne, il che produce come risultato che non fu certo colpa dei poveri rappresentanti del PDL, vittime del solito complotto, non certo della loro insipienza (se non addirittura del loro viscerale disprezzo per le regole).
Se nemmeno chi produce opinione pubblica, informando sui fatti, esce da questo cul de sac, siamo davvero incamminati verso un crepuscolo inesorabile.