Sabato sera siamo andati a vedere il film dei fratelli Coen, “Ave, Cesare”. E’ un film che ha l’obbiettivo di fare del tagliente sarcasmo sullo star system del cinema americano degli anni ’50, agli albori della Holliwood moderna, quando si mettevano le basi di quello che oggi è molto diffuso: la finta contrapposizione fra produttori di gossip e celebrità, la profonda differenza fra ciò che una star è e quel che invece tenta di far sembrare sia, attori bellocci e aitanti che vengono messi a fare film di ispirazione impegnata e teatrale avendo la capacità di recitare uguale a quella di un ciuco da soma.
Il film è stato una rottura di palle epica. Uscendo dalla sala ho detto a mia moglie che è come se avessero mandato in sala a New York un film che facesse del sarcasmo sui camalli del porto di Genova. A parte una ristretta cerchia di persone che conoscono bene questo mondo, a nessuno strapperebbe nemmeno un sorriso. E’ ovvio che i cinefili che avranno riconosciuto citazioni e personaggi reali dietro a quelli della finzione non saranno esattamente pochissimi, ma insomma.
Io non vedevo l’ora che finisse, ho riso molto poco e mi sono annoiato davvero molto.