Come qualcuno che mi conosce sa, io sono socio dell’UAAR, anche se per motivi di tempo ho davvero poche possibilità di seguirne le attività e aderire poco più che spiritualmente (anche se mi rendo conto sembri una contraddizione in termini).
Per di più sono Genovese, patria e arcidiocesi di Bertone, Tettamanzi, Siri e Bagnasco, insomma il peggio del peggio del peggio del clero, inteso come palazzi, potere, ingerenze nella sfera politica pubblica.
Quindi mi trovo in una situazione di assoluto privilegio nel commentare la trovata della mia associazione di fare una “pubblicità” sull’ateismo appiccicata agli autobus.
In primis, sento molti credenti che si lagnano perchè la frase “La cattiva notizia è che Dio non c’e’, quella buona è che non ne hai bisogno” sarebbe offensiva nei loro confronti.
Vorrei capire perchè, al converso, leggere “Dio c’e'”, “Dio ti vede” e via invocando che per anni sono apparse nella mia città, dovrebbe essere invece considerato normale, per chi magari è non credente o buddhista o induista. Non capisco l’assimmetria. O è offensivo dire che Dio c’e’ tanto quanto dire che non c’e’, oppure non lo è nessuna delle due frasi e sono solo opinioni personali.
Secondo. Io non faccio parte di una associazione che vuole fare proseliti in senso stretto. Ovvero, vorrebbe rappresentare quanrti più non credenti possibile, ma di certo non tenta di convertire chichessia alla miscredenza. Chi crede lo faccia pure.
Terzo. Se si fosse fatta, come leggo, una pubblicità più blanda e politicamente corretta sulla laicità dello Stato e delle Istituzioni, chi ci avrebbe dato udienza?
Due autobus pitturati in una città nemmeno così importante? Non se li sarebbe cagati nessuno.
Per altro dal mio punto di vista di ignostico (si con la I, non è un typo) la frase “Dio non esiste” è priva di senso.