Si è da tempo acceso un dibattito sull’antiberlusconismo, questo terrificante neologismo che starebbe ad indicare un pre-giudizio non negoziabile nei confronti dell’attuale primo ministro, che è indipendente da quello che lui fa o non fa, ma che è legato alla sua persona (essendo per l’appunto “pre”).
Io faccio parte di quelli che, lo confesso, qualunque cosa dica Berlusconi non sono d’accordo per principio. Facevo l’esempio su un newsgroup che se Berlusconi dicesse: “viva la figa” io gli darei del maschilista anzichè annuire vigorosamente come sarebbe mio costume se lo dicesse chiunque altro.
Naturalmente per quanto sia irrazionale e illogico un atteggiamento del genere (penso che perfino Hitler durante il suo governo qualche legge sensata e condivisibile l’abbia promulgata) nasce da alcune ragioni molto semplici. Berlusconi è indatto a governare un grande paese occidentale. Inadatto perchè dovrebbe essere uomo di specchiata onestà e non lo è. Inadatto perchè non dovrebbe avere alcun interesse al di fuori di quello pubblico e invece ne ha. Inadatto perchè la forma, in democrazia, il rispetto dei ruoli, delle istituzioni, la retorica un po’ vuota dei riti e delle parole del Palazzo hanno un significato che travalica le apparenze, pur essendo in gran parte solo apparenza. Servono a consolidare nell’opinione pubblica, dei cittadini e degli elettori il senso dello Stato. Il potere legislavito, esecutivo e giudiziario sono in mano a politici, magistrati e forze dell’ordine, rispettivamente, sono indipendenti ma interconnessi e la politica deve avere solo potere di indirizzo, ma non interferire. Questo non perchè sia giusto tout court. Non è scritto nella Bibbia. Ma perchè, se ci sono delle regole, occorre rispettarle, tutti, e a maggior ragione coloro i quali hanno responsabilità pubbliche. Unfit, indatto appunto, come scriveva l’Economist.
Fatto il lungo preambolo, veniamo al nocciolo. Avere un atteggiamento del genere, cioè pregiudiziale e di totale chiusura, è producente o controproducente? E’ davvero l’antiberlusconismo una benzina che accende il fuoco avverso?
Io dico di no. Io questa giaculatoria che i Travaglio e i Santoro fanno le fortune della destra non la sopporto più.
In primo luogo: l’Italia è un paese cattolico, conservatore, reazionario e per lo più popolato da vecchi (che notoriamente non sono progressisti). Quindi che l’Italia voti a destra è un fatto, che voti a sinistra è una notizia.
In secondo luogo: l’Italia per sessant’anni ha votato Democrazia Cristiana. La chiesa ha per sessant’anni demonizzato i comunisti nei modi più incredibili. E Berlusconi, che di professione vende fuffa in televisione, cercando di capire quale fuffa i suoi spettatori vogliano vedere ancora prima che lo sappiano, queste cose le sa. I komunisti, PCI-PDS-DS come il mantra che ha ripetuto alla nausea in questi 14 anni, attechisce ancora.
E ora di nuovo, con le unioni civili, pacs o dico, con la procreazione assistita, con i diritti degli omosessuali, col tentativo (in parte riuscito) di fare un po’ di concorrenza alla CEI sull’otto per mille. La Chiesa si è mossa, violentemente, pro Silvio. Divorziato? Puttaniere? Chissene frega. Per lo meno vota e legifera come dice Ruini.
In terzo luogo: Berlusconi ha avuto dei rapporti mai chiariti con la mafia, dalla banca Rasini al boss-stalliere Mangano che accompagnava i figli suoi a scuola per non farli rapire (erano effettivamente anni molto duri). E la mafia, da che Italia è Italia, porta voti. E non credo sia ascrivibile al caso che in Sicilia, ad ogni elezione, facciano cappotto. Quando c’e’ stato da scegliere fra la Borsellino, icona dell’antimafia e con cotanto cognome simbolico e Cuffaro, sotto processo per favoreggiamento alla mafia, hanno scelto Cuffaro. Non credo serva aggiungere altro.
Quindi Berlusconi parte da una situazione di oggettivo vantaggio. Per usare una metafora sportiva è come se il Genoa giocasse contro il Real Madrid. Se perde, è normale. Hai voglia a fare le pulci all’allenatore sulla tattica, sulle scelte, e cose varie. Giochi 10 volte, perdi 8, pareggi 1, vinci 1. Se fai il tuo. Se fai meno del tuo, va pure peggio. Quindi anche questa giaculatoria sui vertici della sinistra che sarebbero incapaci, lasciamola stare. Certo non abbondano gli scienziati. Ma quanti elettori, come me, di sinistra, hanno mai convinto chichessia a cambiare sponda politica? Quando mai una nostra riflessione, pacata o infervorata, argomentata o qualunquista, ha sortito il benchè minimo risultato? Nel mio caso, mai. Per lo meno che io sappia. I miei interlocutori annuiscono, fanno spallucce e dicono pacati: io non voterò mai a sinistra. Oppure: Berlusconi è un grande, Prodi un perdente. Bertinotti parla bene, spesso sono d’accordo con lui, ma come si fa a votare i comunisti? Amen.
In conclusione, io credo che questo mantra ossessivo sull’antiberlusconismo inefficace e anzi, controproducente, che molti intellettuali spargono per l’opinione pubblica, sia semplicemente un non voler ammettere che l’italiano medio, la grande massa silenziosa, se si specchiasse vedrebbe l’immagine di Berlusconi. Un Berlusconi povero, ma sempre a caccia di approvazione, e che invece delle sue veline e attricette, si deve accontentare delle rumene sui viali. Salvo poi fare la morale a tutti quanti, avercela con tutti, tutti ladri, tutti stronzi, tutti invidiosi, tutti in malafede, tutti bugiardi. Lui solo può. Evadere, inquinare, far cagare il cane sugli scalini del condominio. Lui può fare tutto e contemporaneamente lamentarsi di tutti gli altri.
Berlusconi vince perchè, per doloroso che sia ammetterlo, la maggior parte degli italiani è come lui. Ignorante e arrogante e che pensa che avere 4 soldi in tasca equivalga ad aver ragione su chi ne ha 2. Perchè più soldi fai, in qualunque modo tu li faccia, più sei sveglio. Se rubi e non ti beccano, non sei un ladro, sei un furbo. Se le tasse sono troppo alte, è chiaro che uno evade il fisco. Matematico. Se fai le corna a tua moglie, con delle ragazzine più giovani di tua figlia, che vengono con te perchè hai il grano o puoi sistemarle, non sei un puttaniere, sei un tombeur de femmes, un figo.
Quest’Italia minuscola, cresciuta a pane e mediaset, che si è allevata per anni, pronta, come i cani di Pavlov a salivare di fronte alla crocchetta. Vi ricorderete (anzi, che dico, chi se le ricorda ste cose?) il referendum su Rete 4? Berlusconi minacciava le casalinghe di togliere loro le soap opera e le telenovelas, se avessero votato contro di lui. E in un’ondata di referendum che passarono, l’unico bocciato fu quello.
Ieri sera a Ballarò Prodi, con una perfidia quasi impensabile per uno col suo faccione mortadellone, ha detto: “gli italiani hanno il governo che si sono scelti e devono stare tranquilli”. La maggior parte degli italiani nemmeno si è reso conto che li stava prendendo grandemente per il culo.
Per cui, sarà una consolazione da scemi, sarà come la gazzosa e le seghe al posto delle donne e lo champagne, ma lasciateci almeno Travaglio.
Prodi è perfido, da buon democristiano. E sa benissimo che la maggior parte degli italiani non ha capito di essere stata presa per il culo.
Ma io non vado certo a raddrizzare le gambe ai cani…
Mi hai convinto. E se su altre cose che hai scritto in questi mesi ero d’accordo già in partenza (su tutte direi), su questa è diverso perché ero scettico mentre iniziavo a leggere. Però più ci ripenso, più mi pare che tu abbia ragione. Anche se avere ragione quando si dicono cose del genere sul paese che abitiamo e di cui siamo parte (gli italiani, insomma; noi quindi; magari non proprio in tutto ma in alcune cose un po’ sì, siamo quelli che hai scritto tu) è davvero sgradevole. Però mi hai convinto. Continuerò a essere antiberlusconiano per principio e me ne vergognerò un po’ meno. (Ed è vero: neanch’io sono mai riuscito a convincere nessuno).