Qualche tempo fa lessi il “Sogno europeo” di Rifkin. Un libro nel quale l’economista icona del movimento antiglobal in sostanza analizzava il segno dell’inesorabile (secondo lui) declino della supremazia amercana, della democrazia un po’ logora e avvitata su se stessa, rissosa, livorosa e guerrafondaia, irrispettosa dell’ambiente, sempre meno tollerante con le minoranze e sempre più ostaggio della destra ultrareligiosa.
Non è che si possa sintetizzare un libro bello, articolato e complesso in poche righe. Ma insomma. Il senso conclusivo del ragionamento era: è finita l’era dell’egemonia USA e sta per sorgere l’alba dell’Europa e il vero “sogno” quello che è stato incarnato dalla terra delle opportunità per eccellenza, è ormai destinato a diventare un sogno europeo. Come il titolo appunto.
Io sono stato affabulato e convinto da questa tesi, al punto da farla mia quasi in toto (cosa che per me è piuttosto rara). Devo ammettere che l’elezione di Obama ha veramente sconvolto ogni mio convincimento sul punto. Parlandone con mio fratello dissi che se avesse vinto Obama le primarie, ci saremmo dovuti preparare ad altri 8 anni di governo di Giuliani (si, anche sulle primarie Repubblicane ho preso una bella cantonata). Tant’e’ che in cuor mio, vergognandomi un po’, tifavo per Hillary. Una WASP, donna, va bene, un passo avanti. Ma WASP Contro un candidato comunque WASP (non credo che il candidato mormone abbia mai avuto seriamente possibilità di farcela).
Sono felice di essermi sbagliato. E devo dire che forse la funesta (per gli USA) previsione di Rifkin, potrebbe in questo mandato presidenziale (e speriamo anche nel prossimo) subire un colpo durissimo. Speriamo.