Il mandato di Napolitano si sta concludendo in modo pessimo, degna chiosa di un settennato insipido, inutile, cerchiobottista. L’ex migliorista poi socialista dopo aver posto il veto sulle sue intercettazioni con Mancino rigurado alla trattativa, ha graziato gli agenti segreti americani rei di rapimento di Abu Omar e ora ha messo la ciliegina sulla torta con questa manfrina indecorosa dei saggi.
Avendo un po’ di buon senso l’unica via d’uscita da questa situazione sarebbe che Napolitano si fosse dimesso il giorno dopo che Bersani gli avesse reso il mandato esplortivo senza buon esito, per accelerare la nomina del suo successore, per laciare il Parlamento libero procedere così speditamente alla riscrittura di una legge elettorale, a doppio turno, l’unica che in una situazione di tre schieramenti incompatibili possa rendere al paese delle camere stabili e governabili, e preparare il paese per le elezioni già a settembre, massimo ottobre.
Fare un governo adesso sarebbe una sciagura, nemmeno i governi sorretti da maggioranze larghissime durano senza scossoni, nemmeno Berlusconi che è stato l’uomo forte per definizione della seconda repubblica, è riuscito a far durare un suo governo una intera legislatura senza dover cedere a rimpasti o crisi. Figurarsi un governo di minoranza con le redini in mano a due come Grillo e Berlusconi, un fiasco assicurato.
Per altro Berlusconi non deve in nessun modo rientrare in gioco, se riesce a prendere i voti, che li prenda, altrimenti stia in castigo. Magari può darsi che i suoi si decidano anche loro che il suo tempo è finito (e da un pezzo).