Una certa pubblicistica della destra, per una Società Migliore, ci sta proponendo dei modelli: la famiglia (naturalmente tradizionale, mica possiamo sdoganare i sodomiti) come cellula fondamentale di una società migliore, e la xenofobia, più o meno edulcorata e stinta nei toni, nella difesa dei confini, delle radici cristiane, abbasso le moschee, classi ghetto per i “negri”. Ha cavalcato la paura, nelle campagne elettorali: esercito in piazza, leggi durissime sull’immigrazione, pugno di ferro contro le prostitute.
Poi però i numeri, quelli che non mentono mai, che non si possono manipolare, dicono questo: i crimini diminuiscono, gli omici diminuiscono, un quarto del totale degli omicidi avvengono in famiglia. Che gli stranieri commettono tanti reati quanto gli italiani. E sono per lo più reati contro il patrimonio.
Insomma, il contrario di quello che la propaganda martellante dei media ci farebbe pensare e credere. Non ci sono orde di stranieri assassini. Non esiste la famiglia “rifugio”. Gli stranieri non sono delinquenti in quanto tali. E la famiglia non è un valore in quanto tale. Eventualmente il valore lo rappresentano le persone che la compongono.
Chissà se riuscirò prima o poi a vivere in un mondo nel quale le persone vengono pesate per quello che fanno o non fanno invece che per quello che sono o non sono.