No, il caso di Virginia Raggi e della polizza assicurativa in cui era nominata come beneficiaria non è nemmeno lontanamente paragonabile al caso di Scajola e del mezzanino a Roma.
Punto primo. Di una polizza vita ne benefici solo se chi l’ha stipulata muore. E, effettivamente, non è detto che chi l’abbia stipulata te lo dica. E tu non ne ricevi un beneficio immediato o non ne ricevi affatto un beneficio, se chi ha stipulato non muore.
Punto secondo. Questa cosa è avvenuta quando la Raggi era una delle aspiranti sindaco del 5 Stelle. Doveva ancora vincere le primarie e le elezioni. Puntare 30 mila euro su di lei (che ripeto, sarebbero diventati della Raggi solo in caso di morte) sarebbe stato come minimo un azzardo. Scajola invece era ministro in carica e ha beneficiato di un grosso sconto sulla casa fatto da imprenditori che prendevano appalti dal dicastero presieduto da Scajola medesimo. E dato che un imprenditore le cose le fa solo con un tornaconto ed un interesse, nessuno fa fatica ad immaginare quale fosse questo interesse.