Nel secondo esperimento è stato confrontato un gene in particolare (5HTT), che esiste in due “taglie” – corta e lunga: gli individui portatori della versione corta del gene – (S)5HTT – hanno un rischio maggiore di depressione. Ebbene nel Dna dei popoli più felici (come i danesi) risulta meno frequente la forma corta di questo gene; insomma a livello di popolazione il rischio depressione è minore e ciò concorda con la maggiore felicità della nazione.
via La ricerca – Il segreto della felicità? È nel Dna dei danesi | Liguria | cultura | Il Secolo XIX.
A me sembra che le nostre (intendo come genere umano) indagini sul genoma stiano un filo sfuggendo di mano. Sembriamo quei selvaggi con in mano una radio a transistor delle parodie sui colonizzatori. Il selvaggio sa che premendo un bottone ascolterà della musica o delle voci, ma non ha la minima idea del perchè.
Ora che la genetica incida sul profilo psicofisico di un individuo, mi sembra anche logico. Ma se dovessi scommettere il fatto di vivere in una piccola, ricca nazione, con il reddito per capita fra i maggiori al mondo e con un welfare-state fra i più imponenti, oltre a delle predisposizioni genetiche che certo ci saranno, aiuta ad esssere di buon umore.
tutto vero, il welfare, le dimensioni contenute della popolazione, etc, ma questo del decimonono mi ha fatto venire in mente uno degli articoli letti su Internazionale che ricordo con maggior piacere e che mi ritrovo assai spesso a citare. Buona lettura (merita davvero!!!) (anche qui il “protagonista” è il gene 5HTT)
http://it.scribd.com/doc/24375617/La-Rivincita-Delle-Orchidee