Intanto premetto che chi vuole leggere la “recensione” che sto per scrivere può farlo senza timore di uno spoiler, giacchè il film in questione non ha una trama lineare e meno che mai un finale. Il giudizio che posso dare è incerto, sospeso. E’ un film molto lungo, molto complicato e molto molto ambizioso. Forse per poter capire bene se l’ambizione è stata poi sostenuta dalla sostanza bisognerà rivederlo diverse volte e cogliere ogni aspetto e ogni citazione e ogni piccolo ingranaggio che ci si fosse persi ad una prima vista.
Il film si basa sui concetti delle religioni “indiane” del karma e del samsara, ovvero dell’atto che propaga i propri effetti in eterno attraverso le varie rinascite che ogni essere vivente ha e le scelte determinate nelle vite passate producono poi un risultato e un effetto nelle vite successive.
Così gli stessi protagonisti si susseguono in molte epoche e tutte queste epoche (metà 800, primi 900, anni 70, oggi, fra 100 anni e fra, a spanne, 4-500 anni) sono collegate fra di loro con un filo. Un giovane avvocato che perora la causa degli schiavi, scrive un romanzo, che diventa la lettura di un giovane copista di un compositore per cui lavora e con cui confligge, il giovane copista è amante di uno scienziato che sarà al centro di un complotto energetico negli anni ’70, la casa dove abita il compositore sarà la casa di riposo dove un editore verrà rinchiuso per vendetta dal fratello, questo editore scriverà un romanzo, che diventerà un film che sarà di ispirazione per una giovane donna nata per clonazione e che sarà eroina di una rivolta che propagherà i suoi effetti in un futuro lontanissimo in cui il pianeta è sprofondato in una sorta di medioevo. E questi fili che si intrecciano fra le storie delle varie epoche sono quelli più sottili, invisibili, perchè poi nella realtà i protagonisti sono sempre gli stessi: Tom Hanks è il medico che “cura” l’avvocato nel vascello a metà ‘800, l’albergatore dove si rifugia il giovane compositore, lo scrittore “di punta” dell’editore contemporaneo, lo scienziato che tenta di disinnescare il complotto e il protagonista nel futuro lontano del tentativo dell’umanità di salvarsi. Halle Berry (splendida 46enne, davvero lascia senza fiato) è la moglie del compositore e amante del copista, la giornalista al centro del complotto e la scienzata che tenta una via per salvare il mondo nel futuro lontanissimo. E così per Hugo Weaving (l’agente Smith di Matrix), Jim Boreadben, Hugh Grent eccetera …
C’e’ qualche citazione occhiolino a Matrix, soprattutto nelle scene di combattimento nella storia ambientata nel futuro più vicino, a “nuova Seoul” (compreso anche il fatto che la vita della protagonista è in realtà una prigione avvolta di menzogne) e, mi dicono quelli che hanno seguito la serie, qualche citazione a Lost.
Come detto il film è molto ambizioso, il tema difficile, soprattutto per il fatto che karma e samsara da noi sono concetti imparaticci e su cui ci sono stereotipi e pregiudizi e non fanno parte della nostra cultura in modo consolidato. In più tenere il filo di tutte le citazioni non è semplice, perchè le storie parallele sono 6, alcuni temi non sono nemmeno immediati da percepire e mi sfugge ad esempio il legame della storia degli anni ’70 con il resto, se non un generico richiamo al fatto che il futuro del pianeta si immagina devastato dall’inquinamento e che il complotto ruota attorno a temi energetici.
Probabilmente come successe per il “Sesto senso”, quando alla fine la storia collassa sulla spiegazione più logica e ovvia, rivederlo daccapo aiuta ad apprezzare fino in fondo ogni scelta che magari durante la prima narrazione sembra un po’ azzoppante. In questo caso, non essendoci un vero e proprio finale, ma una sorta di 6 finalini paralleli e quindi nessuna spiegazione che faccia collassare tutta la storia in un unico perno, la rilettura forse potrebbe essere d’aiuto ma non certo risolutiva.
Alla fine non saprei nemmeno dire se mi è piaciuto e se mi sentirei di consigliarlo.