Come ogni anno da quando sono nati, i miei figli ed io siamo andati alla manifestazione del 25 Aprile. Mio padre ha regalato loro due piccoli tricolori e come ogni anno si sono molto appassionati alla banda musicale che suonava “fischia il vento”, “bella ciao”, “l’inno di mameli” e uno struggente silenzio al Ponte Monumentale durante la posa dei fiori e la presentazione dei gonfaloni alla lapide dei caduti.
Ho provato a spiegare ai bimbi il significato di questa commemorazione. Ad apprezzare il fatto che molti hanno combattuto (compreso il loro bisnonno) e moltissimi sono morti per garantirci il benessere, la pace e la libertà di cui godiamo ora. Perfino la libertà per qualche gruppuscolo di ottenebrati ignoranti che dicono idiozie sui partigiani e sugli ebrei e provano a difendere il fascismo.
Naturalmente per i miei figli è ancora presto perchè colgano davvero il senso di tutto questo. Loro certamente non sono liberi, per ora sono ingabbiati in una serie di regole che dobbiamo dar loro per farli crescere sicuri ed educati. E per il resto vivere in pace e nel benessere è qualcosa di cui potrebbero godere se avessero conosciuto la miseria o la guerra. Per fortuna non lo hanno dovuto fare.
Quello che spero, tuttavia, è che portarli ogni anno alla manifestazione sia l’equivalente di tenere un campo dissodato, libero dalle erbacce e ben concimato. Verrà il tempo della semina, verrà il tempo del raccolto. Io quello che posso fare è sperare con tutte le mie forze è che non vadano mai a rimpolpare le fila degli ottenebrati ignoranti di cui sopra. Di aver fatto un buon lavoro di semina.